Il lavatoio della fontana vecchia ha visto scorrere tanta acqua sulle sue pietre. Tante mani hanno ripetuto, sul suo ruvido scivolo, gesti sempre uguali e tutti allo stesso ritmo.
Tante donne prima di me si erano appoggiate con il loro ventre al lavatoio e avevano passato e ripassato le loro mani su tessuti sporchi di fatica.
Il lavatoio del mio paese, la fontana vecchia, appunto, è stata da sempre sotto i miei occhi, una presenza costante nei miei ricordi di bambina prima, e di donna poi.
Ha una prossimità nel mio correre di bambina, ha una prossimità emotiva nei racconti che mia nonna Letizia amava fare di quel luogo.
Mi raccontava come lei da giovane sposa usasse quella fontana per prendere da bere ai suoi figli e poi come da donna adulta avesse accompagnato mio nonno Nicola nella ristrutturazione pubblica di quella fontana ormai logorata dal tempo. Mi raccontava come mio nonno si fosse impegnato con tutto se stesso nel renderla fruibile a quelle donne che quotidianamente avevano bisogno di quel lavatoio per pulire i fasciatoi dei propri figli.
Prendeva spunto dalla fontana vecchia per spiegarmi come l'acqua pubblica fosse importante per tutta quella gente che l'acqua non l'aveveva in casa, e come una fontana come questa al centro del paese potesse essere davvero un bene di assoluta necessità.
Bene fondamentale, bene primario, appunto.
Da bambina sentivo spesso l'acqua della fontana vecchia scorrere, era un sottofondo rassicurante nei miei pomeriggi d'estate.
Poi, però, pian piano, l'ho sentita sempre meno.
Come se si fosse pian piano spenta insieme alle generazioni che la utilizzavano.
Le ultime volte che l'ho sentita posso ancora ricordarle con certezza.
Come sono certa che su quel lavatoio non si lavava una manta di pecora appena tosata, da molto molto tempo.
La prima lana del laboratorio GREENEED intrecci è stata naturalmente lavata in qul luogo, su quel lavatoio e con l'acqua di quella sorgente, con i microrganismi di quel pozzo, e con tutto l'insieme simbolico che rappresenta per me.
Quindi le mie mani stringendo la lana hanno seguito le mani di mia madre, insieme su un lavatoio abbandonato, e come su un pianoforte d'altritempi, hanno suonato una musica bellissima.
Le mie mani, le mani di mia madre e la manta di una pecora appena tosata.
Comincia così la nostra piccola produzione di lana autoctona tinta al naturale. Graziano Ferraro, per averci donato la nostra prima lana.
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